Fine settimana in Valmalenco

Il sabato mattina alle 5:30 a Bisuschio la pioggia non prometteva niente di buono. Gli scrosci si susseguono fino a Lecco, quando percorriamo le gallerie che ci proteggono dalle intemperie per un tratto, poi da Colico ricomincia a diluviare fino all'arrivo a Lanzada dove entriamo in un rifugio a fare colazione. Guardiamo con apprensione le previsioni che ci confortano prevedendo la fine delle precipitazioni per le 10:30. Calzati gli scarponi, finalmente si parte. In giro c'è poca gente. Attraversiamo l'unico ponte sul torrente e siamo sul bel sentiero che conduce ai "Rifugi Gerli e Porro" e "Ventina". Le nuvole lasciano posto all'azzurro cielo e ogni tanto anche il sole fa sentire il suo calore. Decidiamo per il "Ventina" (1975 m.) dove siamo i primi ospiti e ci accolgono calorosamente. Polenta e funghi, polenta e cervo e Pizzoccheri ci ridanno l'energia spesa per la salita. Qualcuno prosegue per il sentiero glaciologico che con apposite targhette segna il progressivo ritiro del ghiacciaio Ventina.

Ci si ritrova alle auto, si riparte per scendere a Chiesa Valmalenco e risalire verso Campo Moro, al tornante dopo la seconda galleria parcheggiamo l'auto. Per raggiungere il Rifugio Alpe Ponte (1528 m.)ci aspetta una ripida salita di circa 40 minuti. Con andatura adeguata alla pendenza e con gli zaini carichi in spalla arriviamo a destinazione. I proprietari e gestori ci accolgono con cortesia e ci annunciano che saremo gli unici ospiti del rifugio per quella sera. Occupiamo tre camere con servizi da Hotel 5 stelle. Per la cena ci affidiamo alla signora Maria che ci propone Bresaola, Sciàt e poi tagliatelle ai funghi e brasato con verdura e poi gelato, caffè e Taneda.

È domenica e il sole annuncia una bella giornata. La colazione è abbondante e siamo pronti per scendere alle auto. Dopo 15 tornanti e 8 gallerie arriviamo al primo parcheggio di Campo Moro dove Maria e Flavia scendono per effettuare una escursione nei dintorni. Proseguiamo fino al secondo parcheggio, già occupato in buona parte. In tanti oggi hanno avuto la stessa idea e iniziamo risalire i 168 metri di dislivello della diga dell'Alpe Gera e la attraversiamo per 500 m. Il rifugio Bignami (2400 m.) già si vede e anche il relativo sentiero. Partiamo ed è un susseguirsi di persone che ci superano e che a nostra volta superiamo. La giornata è bellissima, si vede il fronte del ghiacciaio di Fellaria che si è molto ritirato ed ora ha due lingue con relative cascate d'acqua che hanno formato dei laghetti. Anche il bacino artificiale di Gera non è pieno e dall'alto è ben visibile. Qualcuno prosegue per uno dei tre sentieri glaciologici presenti sino quasi a raggiungere uno dei laghetti. Il rifugio è pieno di persone, troviamo un tavolo, ci accomodiamo e prendiamo dei mega panini con salamella o carne di cervo e formaggio locale abbrustolito. Si sta bene, l'aria è fresca e non si vorrebbe scendere in valle e tornare al caldo afoso, e per evitare traffico e ingorghi preferiamo farlo nel primo pomeriggio. Recuperiamo Maria e Flavia e senza particolari problemi torniamo in Valceresio.

Ci rimarranno le immagini della montagna, dei paesaggi, della natura e il ricordo delle persone incontrate e della nostra amicizia.