Montorfano (VB)  794 m.

Quel triangolo di montagna che si vede dall’autostrada in zona Gravellona Toce e che spesso passando ti chiedi: prima o poi lassù ci andrò, questa è la nostra meta di oggi.

Di buon mattino, ore 7, si fa per dire perché noi puntuali ad Induno olona ma il bus si prende ancora un po’ di tempo, ma eccolo che spunta e caricati anche gli ultimi partecipanti inizia l’avventura.

Siamo un bel gruppetto, più di trenta, ed i più da ore stanno facendo, me compresa, scongiuri e contratti con il tempo che è agitato e sembra voler fare i capricci.

Ci lasciamo alle spalle un tempo tutto sommato discreto, ma in autostrada veniamo di continuo inondati da acquazzoni; nel gruppo si mantiene viva la certezza che una volta a Mergozzo il tempo sarà favorevole. Ivi arrivati si comprende che ha appena terminato di piovere, ma noi decisi e speranzosi, che la preghierina fatta sul bus arrivi a chi di dovere, attraversiamo la cittadina di Mergozzo arrivando su un bel lungolago dove ci accoglie un olmo plurisecolare, da più di cinque secoli a guardia del paese, dove tra una chiacchera e una foto veniamo attirati dall’idea di qualcosa di caldo e ci concediamo un buon caffè e cappuccino.

Ad un certo punto il nostro super coach Maurizio ci richiama all’ordine con il suo fischietto e, pronti partenza via, ha finalmente inizio la scarpinata.

Dapprima le stradine di Mergozzo con angoli caratteristici da fotografare anche solo con gli occhi, poi giunti alla chiesa di Sant’Elisabetta si chiedono lumi, come d’uso, si imbocca il Sentiero Azzurro che ci porta in tutta tranquillità al piccolo borgo di Montorfano, poche case raccolte intorno alla chiesetta romanica di San Giovanni Battista che merita una seppur breve visita per gli ultimi accordi per il tempo, quindi partenza all’attacco della cima del monte e credetemi sulla parola, poiché nonostante i soli 794 mt, si fa per dire. Di altezza, ci vuole un pizzico di non so che per sedurlo e conquistarlo. La salita dapprima è agevole e ci regala incantevoli scorci da immortalare (lago di Mergozzo, lago Maggiore e fiume Toce), nonostante il sole sia nascosto dalle nuvole.

Salendo si fa via via più impegnativa costantemente cosparsa di sassi levigati e umidi e insidiosi per le recenti piogge, una sorta di scala irregolare lavorata dall’ingegnere Natura. Ai più fa sudare le fatiche di sette camice, anche se non lo ammetteranno mai, ma le mie orecchie han ben inteso dei commenti al riguardo. Il tutto ovviamente accompagnato da scrosci più o meno seri ma anche dal nostro entusiasmo.

E cammina e Sali e arrampicati: chi facilmente chi con fatica chi a due mani ma anche a quattro zampe, ecco che ci accoglie una radura boscosa e silenziosa che ospita ancora i tracciati della Linea Cadorna che attirano la nostra attenzione ed i pensieri vanno a chi qui ha combattuto la guerra, ma in un attimo si ritorna ridanciani.

Siamo in vetta! Lo abbiamo conquistato!

Pensieri positivi arrivano a chi, anche se assente, ha consigliato per esperienza di fare il percorso al contrario rispetto al programma: io la discesa su quei sassi l’avrei vista con il lato b.

Scarichiamo i nostri zaini e ci accingiamo a mangiare i nostri “manicaretti al sacco”, non manca nemmeno un ottimo e ben rifornito “bar al sacco”, c’è chi offre un buon Refosco che viene proposto anche ad una giovane coppia svizzera di passaggio i quali accettano ben volentieri e dopo aver bevuto convengono con noi che la discesa sarà “plus facile” ed intanto i maschietti addocchiano volentieri la donzella.

Dopo aver soddisfatto lo stomaco e recuperato un po’ di calorie alcuni vogliono incominciare a scendere per timore che il tempo peggiori. Io vengo attirata da un gruppetto che se la ride e se la canta e vedo viaggiare numerosi bicchierini. Mi dicono “vuoi bere anche tu?” e come rifiutare mi sembra scortesia. Mi avvicino e l’occhio mi cade su un “minibar da escursione” rifornito di tutto punto: arancino, taneda, grappe aromatiche e faccio i miei assaggi.

Tra un aneddoto, una barzelletta ed una risata viene anche per noi l’ora di intraprendere la discesa che si fa in tutta tranquillità: è un sentiero più lungo rispetto alla salita ma più facile e quindi si cammina con estremo piacere ammirando le bellezze che la natura ci offre. E cammina cammina e ciciara ciciara ogni tanto innaffiati da un acquazzone, si giunge di nuovo sulle rive del lago di Mergozzo sostando per raccontare a coloro che si erano fermati al lago non osando attaccare “il monte solo” le nostre piccole vicissitudini. Dopo un ottimo gelato the president ci fa presente che è ora di avviarci al bus e noi diligenti lo seguiamo. Dopo gli ultimi goccetti al bar al sacco si parte per il rientro.

Una nota di colore che mi riguarda personalmente: in questa piacevole giornata ho rivisto, dopo un po’ d’anni (non diciamo quanti altrimenti mi spavento) una mia compagna delle superiori che guarda caso ha sposato un ex abitante del mio paesello, nonché produttore e titolare del bar al sacco.

Dopo queste escursioni si ritorna a casa con la gioia nel cuore e negli occhi sia che la giornata abbia visto sole pioggia vento o nebbia!!!!!! aspettando la prossima occasione di incontrarci.