Montisola (Lago d'Iseo) 

Concludiamo le gite/escursioni 2016 in pullman con una meta sorprendente: Montisola-Iseo, la "Capri del nord". Non itinerario mare-monti, questa volta lago-monte.

Conosce da tempo l'esistenza di quest'isola lacustre (la più grande dell'Europa centrale e meridionale) non percorsa da automobili, solo colui/lei che ama solitudine, pace, silenzio.

I più la conoscono per l'orange passerella di Christo del luglio di quest'anno. Christo, meglio Christo e Jeanne Claude, sono una coppia statunitense fra i maggiori rappresentanti della Land Art, che opera sul territorio naturale deserti, laghi, praterie e su monumenti "impacchettando" e/o simili. Da noi i 2 hanno fatto arte a fine degli anni sessanta a Roma, Spoleto, Milano su monumenti. Noto l'imballaggio del Pont Neuf a Parigi, poi New York, la California ... Perplessa e confusa, forse questo è l'intento: stabilire un grande contrasto tra natura e/o sculture, architetture ed artificiosità, eccessiva ricerca d'effetto. Il battage pubblicitario fece sì che un numero spropositato di visitatori giungesse sull'isola (ne sarebbero stati previsti circa 45.000). Grazie alla curiosità suscitata dall'evento, ora l'isola è nota a parecchi cittadini del mondo e, senza dubbio, è e sarà più turistica.

Domenica 3 settembre Peschiera Muraglio, prima località raggiunta dal ponte galleggiante da Sulzano e nostro sbarco, già intorno alle 9 del mattino è affollata, ma per adesso ce la lasciamo alle spalle: in primo luogo siamo escursionisti, poi gitanti e turisti! Imbocchiamo prontamente il sentiero della Madonna della Ceriola, che ci porterà sul "monte" dell'isola, a 600 metri d'altezza.

E' un percorso adatto ad ogni gamba, c'è pure una biforcazione nella parte alta: chi vorrà potrà scegliere il tratto più breve. E' un cammino percorso da abitanti e pellegrini, in un'atmosfera ovattata d'altri tempi o quasi, ... interrotta da piccoli rombi di scooter, "api", "vespe" e dal motore del bus a misura, ovviamente arancione, per la bisogna.

Nel bosco però il silenzio è sovrano. La vegetazione è dapprima composta da olivastri ed olivelle, da alberi sottili dalla chioma irregolare modellata dalla breva/libeccio, allori, lecci, roverelle e, salendo, da sorprendenti castagni. Ne scopriamo pure vivai: piantine pronte a trasformare un pendio erboso in un produttivo castagneto, in fondo come in passato.

Qua e là rustici ristrutturati con orticelli ben curati, vigneti, frutteti, vero amore per la terra. Giungiamo al borgo di Cure, abbarbicato sulla parte alta della pendice, la panoramica sulla sponda bergamasca del lago ci salta agli occhi, velata, ma sorprendente (se fosse più limpido!). Qui c'è il baretto che nel retrobottega diventa negozietto alimentare, drogheria, cartoleria. Ci imbattiamo in un "personaggio del villaggio" poco accogliente, che mormora fra i denti "Via da qui"... fa parte anche lui dei vecchi tempi? (!!!???)

Il nucleo è ben conservato, fiori ovunque dove è possibile coltivarli o in vaso. Ci avvolge già il mantello della Madonna, il santuario ci sovrasta. Ricco di ex voto, è uno dei più antichi del culto mariano, sorto agli albori del cristianesimo sul luogo di un tempietto dedicato a divinità pagane delle selve, forse al fauno, come farebbe pensare la parola FANI incisa sulla pietra che sostiene la colonna della facciata. La LUCE cristiana che si diffondeva sul lago d'Iseo, sino allora dedicato alla dea Iside, da cui il nome, era quella delle torce di cera (CERIOLA) che accompagnavano le processioni. Sull'etimo però esiste un'altra versione. La statua della Madonna è scolpita in un ceppo di cerro, Ceriola. Nell'interno del santuario ammirevoli i capitelli corinzi in pietra di Sarnico, l'altare maggiore in marmo bianco e nero su cui s'innalza una grande cornice mariana, soasa, in legno, del 1400, poi tanti ex voto storici, significativi, dipinti ad olio, naif su tavolette lignee. Bivacco una stanzetta sempre aperta per viandanti e pellegrini a sinistra dell'arco d'ingresso. Discesa ad anello, tratto selciato Via Crucis, pic-nic nell'uliveto o ristorante a Siviano, il capoluogo. Attraversiamo l'abitato di Masse, il meglio conservato. Grande masso di arenaria rossastra, attorno le streghe durante i sabba e, di fronte, santella per scacciare le superstizioni ... si fantastica. Case di pietra, piazzetta, corti con pozzi, affacci verso i cortili, sottoportici e rustici. Invece a Siviano esce il turista che è in noi, da vedere la chiesa di Santi Faustino e Giovita, l'imponente torre Martinengo, la chiesa di S. Barbara e la cinquecentesca villa Solitudo. Lunghe e strette stradine, gradini consunti in pietra di Sarnico, angoletti misteriosi e romantici. Slogan pubblicitario: è proprio un luogo di inviti seducenti.

Pomeriggio lacustre dopo ristorante e breve cammino tra ville di vacanza, B&B, alberghi, piedi rinfrescati dal Sebino e di nuovo a Peschiera Muraglio. Lasciato il castello Oldofredi-Martinengo, costruzione degna di nota, storia delle nobili famiglie, aneddoti e leggende per chi vuole approfondire ... eccoci nel tipico villaggio dei pescatori, botteghe artigiane e negozietti vari e di specialità gastronomiche: olio, vino, dolci, pesce conservato (anche salame di monte), museo delle reti (costruire reti era un'attività del passato) e della pesca. Purtroppo anche porticciolo ed imbarcadero ci aspettano, scorgiamo ancorato il piccolo battello tutto nostro e di nuovo a Sulzano per il rientro.