Verso il Lucomagno: passo delle Colombe e passo del Sole!…

Mete oltreconfine, ma raggiungibili in tempi minori di tante altre escursioni nella nostra regione, in Piemonte, in Valle d'Aosta ed in Liguria. Impensierisce che

sulla locandina di presentazione compaia "percorso impegnativo", ma possibilità di sosta placida a Campra, percorso dall'alpe Casaccia a Pian del Segno 
(per es.). Quindi varie possibilità, si deciderà in loco (l'aspettativa nel cuore, nella mente, nelle gambe resta sempre i passi!).

Partenza alle 6 del mattino di domenica 3 luglio. Giorno terso, limpido, gradevolmente fresco. Essendo l'ultima fermata di raccolta gitanti ad Induno, è preferibile la Valganna, si varca la frontiera a Ponte Tresa. Ci godiamo un po'di paesaggio lacuale, autostrada per il San Gottardo, uscita a Biasca, Val di Blenio.

Eccoci, già alle 8, al grande posteggio a 1840 m verso il passo del Lucomagno (Alpi Lepontine, separa le Alpi del monte Leone e del San Gottardo ad ovest dalle Alpi dell'Adula ad est). Il toponimo, cioè luogo grande, spazioso, rende bene l'idea. Ampio pianoro d'un verde esuberante, sfrontato a sfida della breve estate in quota.

A questo punto desidero riportare l'inizio del libro che sto leggendo "Storia del camminare" di Rebecca Solnit per condividere con chi legge. "Da dove si comincia? I muscoli si tendono. Una gamba è il pilastro che sostiene il corpo eretto tra cielo e terra. L'altra, un pendolo che oscilla da dietro. Il tallone tocca terra. Tutto il peso del corpo rolla in avanti sull'avampiede. L'alluce prende il largo, ed ecco, il peso del corpo, in delicato equilibrio, si sposta di nuovo. Le gambe si danno il cambio. Si parte con un passo, poi un altro e un altro ancora che, sommandosi come lievi colpi su un tamburo, formano un ritmo: il ritmo del camminare..." (aggiungo io, prosaicamente, un ritmo sano e pure a buon mercato!) Di nuovo poeticamente alla citazione: non solo si addice perfettamente a   quest'inizio escursione, "Sole Colombe" Cielo Terra Ritmi Equilibri, ma al via di ogni serio cammino ovunque.

Bene, si parte. Dopo un tratto di largo respiro, attraversato il fiume Brenno, comincia uno strappone, direi proprio lievemente impegnativo, sic, tra larici e  rododendri in piena fioritura. Però, appena appare la radura, la fatica è rimossa. Spendo parole per le fioriture montane che a luglio esplodono: ranuncoli proprio bottoni d'oro nello smeraldo erboso, anemoni bianchi e giallo acido, timide soldanelle dal capino reclinato d'un rosa così carico da sembrare rosso vinaccia e poi tante ma tante genziane il cui colore un pittore definirebbe tra il blu oltremare e l'indaco con punte violacee. I fischi delle marmotte sentinella con fuggi fuggi qua e là ci euforizzano.

Ci troviamo di fronte il piano dei Canali. Oltre, il sentiero si inerpica lungo i versanti a destra del pizzo Colombe (2545m) che dà il nome al passo o viceversa (?). "Splendida serie di bianche guglie dolomitiche erose da innumerevoli stagioni che affiora come un'isola tra il passo delle Colombe e quello del Sole, testimoniando la grande antichità di questo territorio". Dopo un breve traverso e qualche attraversamento di piccoli nevai, eccoci a 2381 m sul passo agognato. Il laghetto dei Campanitt ci accoglie nella sua azzurrità così trasparente da fare gola a Narciso! La catena dell'Adula, di fronte, proprio narcisisticamente si rispecchia e a noi non resta che CONTEMPLARE e pensieri a ruota libera. Ristoro a coronamento.

In seguito scendiamo per un breve tratto verso l'Alpe di Cadogno, per deviare in direzione del passo del Sole (2376 m), attraverso il sentiero alto più breve, ma più scosceso. Pieno successo, giungiamo proprio all'ora canonica del pranzo e, non solo, riusciamo a regalarci una sostona, un'ora e mezza di permanenza ossigenante in quota fra chiacchiere e silenzi, raffinatamente opssss stravaccati al sole. Sulla via del ritorno dalle 14.00.