Sestri Levante e oltre ...

In novantotto ci 'leviamo' prestissimo per il Levante ... sì non Ponente, ma Liguria di Levante. Già c'è la novità della data che dall'1o maggio slitta all'8, per vari motivi, poi voglia di sole e al più presto: Sestri Levante. Sorge su un istmo che cattura tutto il sole e separa la Baia del Silenzio (a volte desiderio di quiete) dalla Baia delle Favole, un nome una certezza: vi soggiornò Hans Christian Andersen nel 1885, ma soprattutto noi vogliamo vivere un giorno da favola, il bel tempo ci aiuta.

La partenza è fissata alle 5.45, ma già alle 5.30 stazionano in piazza 2 Giugno due grandi pullman Morandi con rispettivi autisti desiderosi di accoglierci. Terminate le soste per Arcisatesi, Indunesi e Varesini/otti, percorrendo l'A 7, GeSerravalle Scrivia, attraversiamo le risaie della Lomellina e i grandi appezzamenti pronti per la coltivazione, il tortonese, e, dopo il passo Giovi, siamo, mi scappa un finalmente, dopo gallerie e curve a corto raggio, in Liguria. La voglia di mare e di sgranchire le gambe abbraccia tutti.

A destinazione la varia umanità si organizza: chi rapido sul marciapiede o appoggiandosi al parapetto calza scarponcini e inforca bastoncini da trekking meta Punta Manara, Riva Trigoso, forse anche Punta Baffe; chi si accinge ad attraversare il centro storico per andare dritto dritto in spiaggia; chi, più tranquillo, decide di visitare il borgo, dopo essersi ristorato amenamente in qualche premiata pasticceria o focacceria per vivere placidamente il suo tempo con agio e libertà d'azione. In quest'ultimo gruppo ci sarà chi aspirerà, a pranzo, al Bagnun, zuppa di pesce a base di acciughe, pane, olio, pomodoro e in focacceria alla focaccia bianca, con cipolle, al formaggio, di Riva Trigoso. I più curiosi, culturalmente, ammireranno Palazzo Fasce, sede del Comune e forse la Pinacoteca Rizzi con dipinti fiamminghi e ceramiche liguri. Altra curiosità i sagrati di alcune chiese realizzati con la tecnica a 'risseu' cioè usando ciottoli di mare di vari colori (da approfondire).

Veniamo a chi si appresta all'escursione, che sostituisce ai piaceri del palato e all'erudizione artistica, la voglia di scarpinare per ammirare natura, panorami dall'alto, imbattendosi a volte in reperti storici, strada facendo. Brezza salmastra e profumi di macchia mediterranea ci avvolgono sin dall'inizio del sentiero, racchiuso da due alti muri a secco, ripido ripido per un breve tratto. Lungo il percorso incontriamo diversi 'belvedere', per me il migliore dai casolari Mandrelli, casette in pietra, graziose, ben conservate perchè ristrutturate ad arte. Un'esplosione di piccole fioriture variopinte in originali contenitori disposti a più livelli, immagine da tuffo al cuore come un dipinto impressionista. In circa un'ora eccoci a Punta Manara promontorio triangolare disteso nel golfo del Tigullio. I ruderi di una torre di avvistamento, cornice di tante foto, quanto ci racconterebbero ... anche sul paesaggio sottostante, mare, scogli, agglomerato di Sestri Levante dal colore degli edifici che va dall'ocra all'avorio, dalla tinta carne al rosa pallido ... a noi immaginare e sognare.

Raggiungiamo Riva Trigoso tra lecci, sughere, olivi, fasce coltivate con cura, squarci di vita contadina. L'aria si fa più calda, si comincia a sentire l'appetito ed il bisogno di pausa si accentua, ma dobbiamo rispettare i tempi. Qualcuno decide di sostare a Riva, di rilassarsi ed organizzare a piacimento il pomeriggio. Un pezzo di focaccia sbocconcellata velocemente offerta da una mano amica, contribuisce a farmi perseverare come la maggior parte: vogliamo raggiungere Punta Baffe. A un buon tratto su strada asfaltata si sostituisce un tratturo dapprima in terra battuta poi sassoso ed erto. Il pendio è stato devastato da un terribile incendio nel 2004: rami e trochi scheletriti e d'aspetto pietrificato offrono la trama alla macchia mediterranea che sta riprendendo possesso del territorio. A distanza immenso tappeto verde intenso, florido e rigoglioso, tratteggiato da rilievi lineari grigio perla, immagine naturalsurreale. In cima la torre che, come i resti di quella di Punta Manara, faceva parte del sistema di avvistamento a difesa dalle incursioni piratesche, realizzato a partire dal XVI secolo. Presto la soddisfazione fa dimenticare la fatica, ci lustriamo gli occhi ad angolo giro su questa terrazza naturale, a cui nessuna costruita dall'uomo potrebbe reggere in confronto. Meritata pausa, stretti, stretti, spazio limitato per il nostro pic-nic e ... e discesa alla stazione di Riva Trigoso per Sestri Levante, pronti per il rientro, ma non ci neghiamo birra e/o gelatone, più piedi a mollo nell'acqua marina. Splendida conclusione per tutti.