Verso il resegone

Due settimane di caldo pazzesco, e anche in Valceresio si ha una gran voglia di migrare verso lidi freschi e ameni. La gita del GAM, programmata per il 28 agosto al Resegone è proprio ad hoc. Peccato che molti siano ancora in vacanza, perché la mèta è super appetibile! Un pullman di camminatori si riesce comunque a riempire. (…Quelli che sono tornati apposta da Semogo e da Viganella…quelli che non sono neppure partiti…quelli che sono stufi dei soliti sentieri delle vallate nostrane e scalpitano per qualcosa di più consistente…quelli che “ in agosto è meglio non muoversi da Bisuschio, con le file che ci sono in autostrada…“). Stilato l’elenco dei partecipanti, a occhio e croce il 90%è del tipo “ Parto e non mi fermo fino in cima;” cosicchè la mia amica Eria e la nuova aggregata – Giovanna da Cavaria – che non sono allenate – cercano invano di ritirare la loro iscrizione. Respinte senza pietà. Al Gam non si dà forfait per paura di non farcela. C’è sempre qualcuno che si occupa anche dei meno sprintosi. Con altruismo non comune mi offro io: forse dovrò rinunciare a raggiungere la fatidica cresta e il rifugio Azzoni, appollaiato a 1860 metri(solo a pensarci mi vengono i brividi! ), ma per le amiche, questo ed altro!!! In una bellissima domenica di sole, partiamo per Fuipiano, Valle Imagna. Il pullman ci scodella in piazza e dopo il caffè di rito,si parte per un comodo sentiero che tra splendidi faggeti ci porta ad un piccolo agriturismo,posto là dove i prati finiscono e inizia la salita vera. Il gruppo ha ormai scaldato le gambe, e parte lancia in resta all’attacco del tratto più difficoltoso. In coda, siamo rimaste in cinque. A questo punto Eria e Piera decidono di fermarsi. Noi tre pensiamo di proseguire ancora un po’. Se no, al Resegone, che ci siamo venute a fare?

La salita comincia subito a farsi sentire; il sentiero è ghiaioso e poco agevole. Lontana, lontanissima compare la Croce della Punta Cermenati. No, no, fin su là non ci arriveremo mai! Ancora un pezzetto e poi ci fermiamo! E tra una sosta e un tirare il fiato arriviamo dove finisce la vegetazione. Ora il Resegone col suo celebre profilo ci appare in tutto il suo splendore, stagliato contro un cielo dipinto d’un azzurro intenso e sfacciato. Appena sotto la grande croce di ferro compare il tetto del Rifugio Azzoni. Un nugolo infinito di figurine piccole come formiche in fila indiana, scende e sale incessantemente dall’una all’altro. Sembra che mezzo mondo – oggi – abbia scelto la nostra stessa escursione. Giovanna guarda in su e dice che vuol essere lasciata a morire lì, seduta su di un masso e con un paesaggio incomparabile da ammirare. Gli escursionisti che scendono, soddisfatti della loro performance in vetta, ci incoraggiano: “ Non vorrete fermarvi adesso!!! Manca così poco! “ Quanto poco? Le risposte variano: una mezz’oretta -circa 50 minuti- un’ora buona... Ognuno dice la sua a seconda delle gambe e delle primavere che ha sul groppone. Comunque, reintegrati i sali minerali e gli zuccheri in calo; svuotato lo zaino e riempito lo stomaco (ma da dove ci vengono certe idee? )-riposate e comunque ringalluzzite, riprendiamo il cammino e finalmente anche noi arriviamo alla meta. Accolte con un applauso dai nostri compagni spaparanzati intorno al Rifugio da più di un’ora. Beh, l’importante è arrivare! Mica era una gara di corsa, e neppure c’era il premio per il primo arrivato! Orgogliose e soddisfatte ammiriamo il panorama a 360°. Il ramo del lago di Lecco è un fiordo azzurro e abbagliante laggiù, lontano lontano; la città un puzzle di mattoncini colorati addossati gli uni agli altri e incredibilmente piccoli; il verde delle valli circostanti è deciso e sfrontato, contro un cielo perfettamente terso. La bellezza che si spiega ai nostri occhi è un premio che va oltre ogni aspettativa. Il Rifugio brulica di gente, ma riusciamo comunque a ristorarci con una bibita fresca. Il tempo di una foto di gruppo, e quelli dalla gamba lunga scalpitano per scendere. Subito ci accodiamo, - dieci minuti assieme - poi li perdiamo di vista. Qui ci viene un dubbio sacrosanto: forse non è che gli altri corrono troppo, magari siamo noi un po’lente! Dobbiamo darci una regolata, altrimenti anche il GAM, nella sua infinita pazienza, ci impedirà ulteriori iscrizioni!Ma in fondo va bene così: a valle ritroviamo gli altri che, in gruppi sparsi, raggiungono il pullman.

Si torna a Bisuschio in perfetto orario. Questa volta manca il coretto di voci bianche: non c’è Gianluca con la sua chitarra, e anche Roberto è latitante. Nessuno s’azzarda a farne le veci. Dal finestrino guardiamo verso le creste del Resegone. Possibile che siamo andati fin lassù? E invece sì: GAM…be in spalla, buoni amici, tempo splendido… un altro ricordo superlativo da archiviare!